Federica è una delle più giovani e importanti figure femminili delle mondo del climbing e dell’ alpinismo contemporaneo. Non a caso è tra le poche prescelte della imminente spedizione femminile italiana sul K2. Il suo percorso, oltre a catapultarci all’interno dell’alpinismo contemporaneo è anche di grande ispirazione per chiunque, al netto che sia alpinista o meno. Nel suo libro “Fragile come la roccia” Federica si racconta cercando di trarre insegnamenti, possibili riflessioni, piccole agnizioni, dalle sue esperienze di climber poi di alpinista. Dai suoi racconti emergono temi e spunti di riflessioni che superano di gran lunga i confini della montagna: la pressione della spasmodica ricerca del risultato e la sfrenata corsa al successo, la differenza tra passione e pressione (agonistica), la dipendenza dai social e dagli sponsor….l’importanza delle relazioni, il rapporto con le emozioni, la capacità di accettare i fallimenti. Temi che attraversano le nostre vite tuti i giorni, al di là che saliamo o non saliamo sulle montagne! La storia di Guido è quella di un uomo a cui il “salire in alto” è servito per imparare a guardare in basso. Una sua celebre frase lo spiega meglio di qualunque discorso: “…per questo penso, che noi [Alpinisti] dobbiamo finalmente scendere giú in mezzo agli uomini a lottare con loro, allargando fra tutti gli uomini la nostra solidarietà che porti al raggiungimento di una maggior giustizia sociale, che lasci una traccia, un segno, tra gli UOMINI di tutti i giorni e ci aiuti a rendere valida l’esistenza nostra e dei nostri figli".
ESCURSIONE TEATRALE